venerdì 26 giugno 2009

La metapsicologia

La psicoanalisi, nata come terapia delle malattie nervose, aveva con Freud ampliato i suoi confini, arrivando a lambire interessi che prima ignorava: essa poteva ora presentarsi come una disciplina, in grado di accedere a nuove conoscenze pertinenti alle leggi che presiedono al funzionamento della psiche in generale, non solo quando si trova in condizioni patologiche; per definire la dimensione più propriamente teorica di questa nuova disciplina, Freud inventò il termine metapsicologia. Intanto, già intorno al 1906, si stava formando intorno a lui una vera e propria scuola; nel 1908 in un congresso di Salisburgo veniva fondata la Società psicoanalitica, che aveva il proprio giornale ufficiale, col titolo ' Jahrbuch für Psychoanalyse '. Nel 1909 Freud effettuava un viaggio negli Stati Uniti, dove cominciavano ad attecchire le sue scoperte. Tuttavia u pò di tempo dopo si verificarono le prime secessioni nella Società psicoanalitica: nel 1911 da parte di A. Adler, nel 1913 di C. Gustav Jung, che Freud avrebbe voluto come suo successore, e poi di molti altri. Dal 1911 Freud sofferma la sua attenzione sulle indagini di metapsicologia, di cui distingue tre aspetti: dinamico, topico ed economico. Dinamica é la considerazione dei fenomeni psichici, che risultano dai conflitti e dalla composizione di forze di origine pulsionale; topica (dal greco topos = luogo) é la considerazione dell'apparato psichico come un insieme di sistemi dotati di funzioni differenti, connesse fra loro; infine, economica é la considerazione che si fonda sull'ipotesi che i processi psichici consistano nella circolazione e distribuzione dell'energia pulsionale, suscettibile di quantificazione, cioè di equivalenze, aumenti o diminuzioni. Alla base dei fenomeni psichici vi é un principio economico, che Freud definisce principio del piacere che ha la funzione di evitare il dispiacere e il dolore, legati all'aumento della quantità di eccitazione e di provocare, invece, il piacere, connesso alla riduzione stessa dell'eccitazione. A questo scopo provvede il principio del piacere, scaricando la tensione e, quindi, ripristinando uno stato di equilibrio, mediante l'appagamento del desiderio, ma ciò avviene per via allucinatoria, grazie a soddisfazioni sostitutive rispetto a quelle reali. Questa situazione non può che generare disillusione, in modo che viene a costituirsi e ad operare, stando a Freud, un secondo principio, che tenta di assumere una funzione regolativa rispetto al principio del piacere: si tratta del principio di realtà, che non tenta più il soddisfacimento tramite scorciatoie e forme sostitutive, ma a seconda delle condizioni date dalla realtà, anche se questa si può presentare come sgradita. Il principio del piacere tende ad ottenere tutto immediatamente tramite una scarica motoria, mentre il principio di realtà può differire quella scarica in vista di un'eventuale meta, più sicura e meno illusoria; instaurandosi, quest'ultimo provoca una serie di adattamenti dell'apparato psichico, conducendo allo sviluppo e al potenziamento di funzioni coscienti come l'attenzione, la memoria, il giudizio e il pensiero. Questo non vuol dire che il principio del piacere scompaia del tutto; esso prosegue nell'operare e nell'estrinsecarsi, specialmente nelle circostanze in cui diminuisce la dipendenza verso la realtà, come appunto nei sogni, nelle fantasie e, in una certa misura, nelle produzioni artistiche. Questo dualismo di princìpi, costruito in analogia alla fisica, come distribuzione e circolazione energetica, viene però in un secondo tempo modificato da Freud; nel 1920, infatti, egli pubblica Al di là del principio del piacere, dove accanto alle pulsioni sessuali, riconosce l'esistenza di una pulsione antagonistica, la pulsione di morte, cioè una tendenza distruttiva inerente alla vita stessa. A questa conclusione Freud arriva tramite l'osservazione clinica dei comportamenti caratterizzati dalla coazione a ripetere, in cui il soggetto ripete ossessivamente operazioni spiacevoli e dolorose, che riflettono, in modo più o meno evidente, elementi di conflitti passati. A parere di Freud, questi comportamenti mettono in forse il primato del principio del piacere e rendono necessario introdurre l'ipotesi dell'esistenza di una tendenza originaria alla scarica totale delle pulsioni, cioè di un principio di morte. Quando le pulsioni di morte sono rivolte verso l'interno, esse tendono all'autodistruzione, ma poi possono essere dirette anche verso l'esterno, assumendo così la forma di pulsioni di aggressione e di distruzione. Nella realtà psichica le pulsioni si presentano sempre come ambivalenti, caratterizzate cioè dalla compresenza di questi due princìpi di vita e di morte: anche la sessualità presenterebbe dunque questa ambivalenza sotto forma di amore e di aggressività. Così Freud tornava ad introdurre alla base della vita psichica un dualismo di princìpi, ma distinti qualitativamente, non più quantitativamente come nel caso del principio di piacere contrapposto a quello di realtà. Freud chiamava tali principi con i nomi greci di Eros ( eros = amore ) e Thanatos ( qanatos = morte ). Per quel che concerne la topica, cioè la teoria dei luoghi dell'apparato psichico, ma senza riferimento alcuno ad una loro eventuale localizzazione anatomica, Freud elabora successivamente due schemi: in un primo tempo, egli distingue tre sistemi, ciascuno dei quali dotato di una pèropria funzione e separato dagli altri da censure che ostacolano e controllano il passaggio dall'uno all'altro. Essi sono: inconscio, preconscio (in cui le pulsioni vengono organizzate ed espresse sotto forma di rappresentazioni e desideri: è questo l'ambito dei sogni) e conscio. A partire dal 1920, però, Freud cambia questo schema con un altro, la cosiddetta 'seconda topica', probabilmente spinto dalla necessità di tener presente i vari processi di identificazione tramite i quali si viene costituendo la persona. La seconda topica é esposta organicamente da Freud nell'opera L'io e l' Es (1923), in cui egli ravvisa tre istanze dell'apparato psichico, che egli chiama l' Es, l'Io e il Super-io. Il termine Es é il pronome neutro singolare tedesco e corrisponde al latino id: Freud lo mutua da G. Groddeck, autore dell'opera Il libro dell'Es (1923), per indicare il serbatoio di energia psichica, l'insieme delle espressioni dinamiche inconsce delle pulsioni, le quali in parte sono ereditarie e innate, in parte rimosse e acquisite. L'Es é governato esclusivamente dal principio del piacere, mentre l' Io dal principio della realtà: é l'ambito della personalità, che si costituisce tramite modificazioni successive dell'Es, prodotte dall'incontro con la realtà esterna. Tramite l'osservazione del mondo esterno e la memorizzazione, l' Io diventa capace di distinguere il carattere illusorio delle rappresentazioni generate dal principio del piacere e vi sostituisce il principio di realtà. L' Io però si trova a dover mediare fra le richieste dell' Es e quelle del Super-io, che é anche lui una formazione almeno in parte inconscia e svolge le mansioni di giudice e censore verso l'Io: la percezione inconscia delle sue critiche si esprime nell' Io come senso di colpa e di rimorso. Sotto questo profilo, il Super-io é erede del complesso di Edipo, si forma tramite l'interiorizzazione della figura paterna e, dunque, dei comandi e dei divieti che essa impersona e dà luogo ad un controllo interiorizzato delle pulsioni; così, il Super-io viene a rivestire la mansione di coscienza morale e presiede all' autosservazione e alla formazione di ideali.

Freud in breve



LE PULSIONI SECONDO FREUD

L’uomo è determinato da due pulsioni (Triebe). “Trieb” da “treiben”, spingere, per Freud non è lo stesso che “Instinkt”, perché l’istinto è un comportamento preformato, che si ripete ad uno schema fissato ereditariamente, come per esempio: la fame, mentre il “Trieb” può invece essere appagato in più modi.
Da una parte c’è la pulsione Libido, la fonte d’energia per gli impulsi sessuali, mentre l’altra pulsione è il Thanatos, che sarebbe una pulsione verso la morte, che è responsabile per un comportamento aggressivo e distruttivo.
Queste pulsioni sono stati di tensione che creano energia e cercano soddisfazione.

LE TRE ISTANZE PSICHICHE

La gestione delle energie avviene in tre istanze psichiche diverse:
Es, Io e Super-Io
Al momento della nascita esiste solo l’Es, che funziona in base a piacere e dispiacere. In quest’istanza non importa se l’appagamento delle pulsioni è moralmente o socialmente permesso.
Sotto l’influenza del mondo esterno si sviluppa poi l’Io, che gestisce l’appagamento delle pulsioni con il principio della realtà. Quindi l’Io intermedia tra Es, mondo esterno e il cosiddetto Super-Io.
L’Super-Io ha internalizzato norme e motivi, non ha una relazione con la realtà e non funziona in base ad una consapevolezza di spazio e tempo. Si potrebbe chiamarlo coscienza, che controlla l’Io secondo i valori morali della società che ha internalizzato.

MODELLO DELLA COSCIENZA
Secondo il principio dell’Iceberg:
Solo la minima parte è visibile, cioè cosciente:
Emozioni, pensieri, ricordi, immaginazioni, sentimenti ecc.
Sul gradino “precosciente” si trovano gli stessi contenuti, ma non sono ancora arrivati nella coscienza.
Il livello più consistente è il subconscio, che la persona non può raggiungere in nessun modo, neanche con la più grande fatica.

IL MODELLO DELLO SVILUPPO IN FASI

Secondo Freud esistono tre stadi dello sviluppo psicosessuale:
La fase orale, la fase anale e la fase fallica.
La fase orale comincia con la nascità e viene gestita dall’Es. La bocca è l’organo più importante per l’appagamento delle pulsioni: succhiare, mordere, masticare.
In questa fase si crea l’”Urvertrauen”, la fiducia primordiale. Il bambino pensa che tutto il mondo appartiene a lui o alla sua bocca. È egoista ed egocentrico.
Se questa fase non si svolge in modo armonioso nascono disturbi quali mancanza di confidenza in se stesso, problemi con vicinanza e distanza, disturbi di identità, problemi di lasciarsi andare sessualmente, depressioni e tendenza a drogarsi risp. l’abuso di alcool, cibo, sigarette.
La fase anale va dal secondo al terzo anno di vita.
L’appagamento delle pulsioni si dirige adesso verso l’ano, lo sfintere e il muscolo del sistema urinario. Tramite il controllo del sistema dell’escrezione il bambino arriva all’appagamento delle pulsioni e sviluppa autostima e autonomia.
Anche in questa fase delle influenze esterne (p.e. genitori che spingono il bambino al controllo precoce del sistema intestinale) possono danneggiare lo sviluppo equilibrato della personalità: forti desideri di potere ed autonomia, parsimonia e avarizia possono essere le conseguenze.

LA FASE FALLICA

Questa fase viene chiamata fase edipale e dura dal terzo al quinto anno di vita.
I genitali sono adesso le fonti di appagamento delle pulsioni.
L’interesse del bambino si rivolge in questa fase al genitore del sesso opposto. Con il genitore dello stesso sesso il bambino entra in una fase di concorrenza.
Il maschio entra nella fase edipale, cioè vuole la madre per se stesso e teme che verrà castrato dal padre per questo desiderio. La tensione tra paura e desiderio si chiama conflitto edipale.
Da questo conflitto si esce con l’identificazione con il padre e il cambiamento delle emozioni sessuali verso la madre in sentimenti di tenerezza.
La bambina vive nello stesso periodo la fase di “Elektra”, nella quale prima sarebbe invidiosa del pene del padre (Penisneid) e poi vorrebbe il padre per se stessa ed avere un figlio con lui.
Come il maschio anche lei ha paura di essere punita dalla madre per questo suo desiderio.
Disturbi in questa fase dovrebbero condurre a disturbi dell’identità sessuale, disturbi sessuali, fobie e problemi relazionali.
Dopodiché c’è la “Latenz-Phase”, da 6 a 10 anni, nella quale la Libido non è in azione.

MECCANISMI DI DIFESA

Qualche volta è necessario che le forti pulsioni dell’Es vengono respinte. Per regolare gli impulsi dell’Es, dell’Super-Io e del mondo esterno questo meccanismo è di vitale importanza.
Tra i diversi meccanismi sono:
Respinta nel subconscio
Progettazione su altre persone
Negazione di dolorosi e spiacevoli parti della realtà
Razionalizzazione cioè la ricerca di una soluzione moralmente accettabile
Isolamento e ritiro in passività
Fantasia cioè soddisfazione tramite l’immaginazione

giovedì 25 giugno 2009

W LA CONTESTAZIONE

Grillo68

PUTTANOPOLI

PINO ARLACCHI

Montanelli secondo Travaglio

passaparola

La mafia

vaticANO

obAMA

CASELLI