sabato 10 ottobre 2009
AMUSIA
L'amusia (dal greco ἀ-μουσία [a-musìa], mancanza di armonia) è l'incapacità biologica di comprendere, eseguire ed apprezzare la musica. Come per la dislessia, l'amusia è una patologia dovuta a motivi di origine cerebrale, congeniti (presenti alla nascita) o acquisiti più tardi (per danni cerebrali, ad esempio). Ne è affetto circa il 4% della popolazione
mercoledì 7 ottobre 2009
I DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO
Associazione Italiana Dislessia APS | sezione Milano e provincia: via Ettore Bugatti, 1 - milano
tel 0289697032 — fax 0291433031 | milano@dislessia.it — www.dislessia.it | infoaidcernusco@gmail.com
______________________________________________________
MERCOLEDÌ 14 OTTOBRE – ore 21:00
I DISTURBI SPECIFICI DI
APPRENDIMENTO
relatore: Dr. Enrico Profumo
Neuropsicologo, Formatore AID
entrata libera
________________________________________________________________________
Sala Consiliare
di Pessano con Bornago
piazza della Resistenza 1
Con il patrocino del Comitato Genitori
tel 0289697032 — fax 0291433031 | milano@dislessia.it — www.dislessia.it | infoaidcernusco@gmail.com
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MERCOLEDÌ 14 OTTOBRE – ore 21:00
I DISTURBI SPECIFICI DI
APPRENDIMENTO
relatore: Dr. Enrico Profumo
Neuropsicologo, Formatore AID
entrata libera
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Sala Consiliare
di Pessano con Bornago
piazza della Resistenza 1
Con il patrocino del Comitato Genitori
venerdì 25 settembre 2009
Trascrizione integrale dell’ultima intervista rilasciata da Paolo Borsellino prima di venire ucciso
Quella che segue è la trascrizione dell’intervista rilasciata dal magistrato Paolo Borsellino il 19 Maggio 1992 ai giornalisti Jean Pierre Moscardo e Fabrizio Calvi, così come è andata in onda in televisione. L’intervista venne registrata quattro giorni prima dell’attentato di Capaci in cui fu ucciso Giovanni Falcone. Due mesi dopo (1l 19 luglio) lo stesso Borsellino fu ucciso nell’attentato di via D’Amelio a Palermo. Borsellino Sì, Vittorio Mangano l’ho conosciuto anche in periodo antecedente al maxiprocesso, e precisamente negli anni fra il ‘75 e l’80. Ricordo di avere istruito un procedimento che riguardava delle estorsioni fatte a carico di talune cliniche private palermitane e che presentavano una caratteristica particolare. Ai titolari di queste cliniche venivano inviati dei cartoni con una testa di cane mozzata. L’indagine fu particolarmente fortunata perché – attraverso dei numeri che sui cartoni usava mettere la casa produttrice – si riuscì rapidamente a individuare chi li aveva acquistati. Attraverso un’ispezione fatta in un giardino di una salumeria che risultava aver acquistato questi cartoni, in giardino ci scoprimmo sepolti i cani con la testa mozzata. Vittorio Mangano restò coinvolto in questa inchiesta perché venne accertata la sua presenza in quel periodo come ospite o qualcosa del genere – ora i miei ricordi si sono un po’ affievoliti – di questa famiglia, che era stata autrice dell’estorsione. Fu processato, non mi ricordo quale sia stato l’esito del procedimento, però fu questo il primo incontro processuale che io ebbi con Vittorio Mangano. Poi l’ho ritrovato nel maxiprocesso perché Vittorio Mangano fu indicato sia da Buscetta che da Contorno come uomo d’onore appartenente a Cosa Nostra Giornalista “Uomo d’onore” di che famiglia? Borsellino L’uomo d’onore della famiglia di Pippo Calò, cioè di quel personaggio capo della famiglia di Porta Nuova, famiglia della quale originariamente faceva parte lo stesso Buscetta. Si accertò che Vittorio Mangano, ma questo già risultava dal procedimento precedente che avevo istruito io e risultava altresì da un procedimento cosiddetto procedimento Spatola, che Falcone aveva istruito negli anni immediatamente precdenti al maxi-processo, che Vittorio Mangano risiedeva abitulamente a Milano, città da dove, come risultò da numerose intercettazioni telefoniche, costituiva un terminale del traffico di droga, di traffici di droga che conducevano le famiglie palermitane. Giornalista E questo Mangano Vittorio faceva traffico di droga a Milano? Borsellino Il Mangano, di droga… (Borsellino comincia a rispondere, poi si corregge, ndr), Vittorio Mangano, se ci vogliamo limitare a quelle che furono le emergenze probatorie più importanti, risulta l’interlocutore di una telefonata intercorsa fra Milano e Palermo nel corso della quale lui, conversando con un altro personaggio delle famiglie mafiose palermitane, preannuncia o tratta l’arrivo di una partita d’eroina chiamata alternativamente, secondo il linguaggio che si usa nelle intercettazioni telefoniche, come “magliette” o “cavallo”. Il Mangano è stato poi sottomesso al processo dibattimentale ed è stato condannato per questo traffico di droga. Credo che non venne condannato per associazione mafiosa – beh, sì per associazione semplice – riporta in primo grado una pena di 13 anni e 4 mesi di reclusione più ;700 milioni di multa… La sentenza di Corte d’Appello confermò questa decisione di primo grado… Giornalista Quando ha visto per la prima volta Mangano? Borsellino La prima volta che l’ho visto anche fisicamente? Fra il ‘70 e il ‘75 Giornalista Per interrogarlo? Borsellino Sì, per interrogarlo Giornalista E dopo è stato arrestato? Borsellino Fu arrestato fra il ‘70 e il ‘75. Fisicamente non ricordo il momento in cui l’ho visto nel corso del maxiprocesso, non ricordo neanche di averlo interrogato personalmente. Si tratta di ricordi che cominciano a essere un po’ sbiaditi in considerazione del fatto che sono passati quasi 10 anni Giornalista Dove è stato arrestato, a Milano o a Palermo? Borsellino A Palermo la prima volta Giornalista Quando, in che epoca? Borsellino Era il ‘75 e l’80, probabilmente fra il ‘75 e l’80 Giornalista Ma lui viveva già a Milano? Borsellino Sicuramente era dimorante a Milano anche se risulta che lui stesso afferma di spostarsi frequentemente tra Milano e Palermo Giornalista E si sa cosa faceva a Milano? Borsellino A Milano credo che lui dichiarò di gestire un’agenzia ippica o qualcosa del genere. Comunque che avesse questa passione dei cavalli risulta effettivamente la verità, perché anche nel processo, quello delle estorsioni di cui ho parlato, non ricordo a che proposito venivano fuori i cavalli. Effettivamente dei cavalli, non “cavalli” per mascherare il traffico di stupefacenti Giornalista Ho capito. E a Milano non ha altre indicazioni sulla sua vita, su cosa faceva? Borsellino Guardi: se avessi la possibilità di consultare gli atti del procedimento molti ricordi mi riaffiorerebbero… Giornalista Ma lui comunque era già uomo d’onore e negli anni Settanta? Borsellino … Buscetta lo conobbe già come uomo d’onore in un periodo in cui furono detenuti assieme a Palermo antecedente gli anni Ottanta, ritengo che Buscetta si riferisca proprio al periodo in cui Mangano fu detenuto a Palermo a causa di quell’estorsione nel processo dei cani con la testa mozzata… Mangano negò in un primo momento che ci fosse stata questa possibilità d’incontro… ma tutti e due erano detenuti all’Ucciardone qualche anno prima o dopo il ‘77 Giornalista Volete dire che era prima o dopo che Mangano aveva cominciato a lavorare da Berlusconi? Non abbiamo la prova… Borsellino Posso dire che sia Buscetta che Contorno non forniscono altri particolari circa il momento in cui Mangano sarebbe stato fatto uomo d’onore. Contorno tuttavia – dopo aver affermato, in un primo tempo, di non conoscerlo – precisò successivamente di essersi ricordato, avendo visto una fotografia di questa persona, una presentazione avvenuta in un fondo di proprietà di Stefano Bontade Giornalista Mangano conosceva Bontade? Borsellino Questo ritengo che risulti anche nella dichiarazione di Antonino Calderone Giornalista Un inquirente ci ha detto che al momento in cui Mangano lavorava a casa di Berlusconi c’è stato un sequestro, non a casa di Berlusconi però di un invitato (Luigi D’Angerio, ndr) che usciva dalla casa di Berlusconi. Borsellino Non sono a conoscenza di questo episodio Giornalista Mangano è più o meno un pesce pilota, non so come si dice, un’avanguardia? Borsellino Sì, le posso dire che era uno di quei personaggi che, ecco, erano i ponti, le “teste di ponte” dell’organizzazione mafiosa nel Nord Italia. Ce n’erano parecchi ma non moltissimi, almeno tra quelli individuati. Un altro personaggio che risiedeva a Milano, era uno dei Bono (altri mafiosi coinvolti nell’inchiesta di San Valentino, ndr) credo Alfredo Bono che nonostante fosse capo della famiglia della Bolognetta, un paese vicino a Palermo, risiedeva abitualmente a Milano. Nel maxiprocesso in realtà Mangano non appare come uno degli imputati principali, non c’è dubbio comunque che… è un personaggio che suscitò parecchio interesse anche per questo suo ruolo un po’ diverso da quello attinente alla mafia militare, anche se le dichiarazioni di Calderone (nel ‘76 Calderone è ospite di Michele Greco quando arrivano Mangano e Rosario Riccobono per informare Greco di aver eliminato i responsabili di un sequestro di persona avvenuto, contro le regole della mafia, in Sicilia, ndr) lo indicano anche come uno che non disdegnava neanche questo ruolo militare all’interno dell’organizzazione mafiosa… Giornalista Dunque Mangano era uno che poi torturava anche? Borsellino Sì, secondo le dichiarazioni di Calderone Giornalista Dunque quando Mangano parla di “cavalli” intendeva droga? Borsellino Diceva “cavalli” e diceva “magliette”, talvolta Giornalista Perché, se ricordo bene, c’è nella San Valentino un’intercettazione tra lui e Marcello Dell’Utri, in cui si parla di cavalli Borsellino Sì, comunque non è la prima volta che viene utilizzata, probabilmente non si tratta della stessa intercettazione. Se mi consente di consultare (Borsellino guarda le sue carte, ndr). No, questa intercettazione è tra Mangano e uno della famiglia degli Inzerillo… Tra l’altro questa tesi dei cavalli che vogliono dire droga è una tesi che fu asseverata nella nostra ordinanza istruttoria e che poi fu accolta in dibattimento, tant’è che Mangano fu condannato al dibattimento del maxi processo per traffico di droga Giornalista Dell’Utri non c’entra in questa storia? Borsellino Dell’Utri non è stato imputato del maxi processo per quanto io ne ricordi, so che esistono indagini che lo riguardano e che riguardano insieme Mangano. Giornalista A Palermo? Borsellino Sì, credo che ci sia un’indagine che attualmente è a Palermo con il vecchio rito processuale nelle mani del giudice istruttore, ma non ne conosco i particolari. Giornalista Marcello Dell’Utri o Alberto Dell’Utri? Borsellino Non ne conosco i particolari, potrei consultare avendo preso qualche appunto, cioè si parla di Dell’Utri Marcello e Alberto, di entrambi. Giornalista I fratelli Borsellino Sì. Giornalista Quelli della Publitalia? Giornalista E tornando a Mangano, le connessioni tra Mangano e Dell’Utri? Borsellino Si tratta di atti processuali dei quali non mi sono personalmente occupato, quindi sui quali non potrei rivelare nulla Giornalista Perché c’è nell’inchiesta della San Valentino, un’intercettazione fra lui e Marcello Dell’Utri in cui si parla di cavalli. Borsellino La conversazione inserita nel maxiprocesso, se non piglio errori, si parla di cavalli che dovevano essere mandati in un albergo (Borsellino sorride, ndr). Quindi non credo che potesse trattarsi effettivamente di cavalli. Se qualcuno mi deve recapitare due cavalli, me li recapita all’ippodromo, o comunque al maneggio. Non certamente dentro l’albergo Giornalista In un albergo. Dove? Borsellino Oddio i ricordi! Probabilmente si tratta del Plaza di Milano Giornalista Ah, oltretutto. Borsellino Sì Giornalista C’è una cosa che vorrei sapere. Secondo lei come si sono conosciuti Mangano e Dell’Utri? Borsellino Non mi dovete fare queste domande su Dell’Utri perché siccome non mi sono interessato io personalmente, so appena… dal punto di vista, diciamo, della mia professione, ne so pochissimo, conseguentemente quello che so io è quello che può risultare dai giornali, non è comunque una conoscenza professionale e sul punto non ho altri ricordi Giornalista Sono di Palermo tutti e due… Borsellino Non è una considerazione che induce alcuna conclusione… a Palermo gli uomini d’onore sfioravano le 2000 persone, secondo quanto ci racconta Calderone, quindi il fatto che fossero di Palermo tutti e due, non è detto che si conoscessero Giornalista C’è un socio di Marcello Dell’Utri, tale Filippo Rapisarda che dice che questo Dell’Utri gli è stato presentato da uno della famiglia di Stefano Bontade. Borsellino Beh, considerando che Mangano apparteneva alla famiglia di Pippo Calò…Palermo è la città della Sicilia dove le famiglie mafiose erano più numerose, si è parlato addirittura in un certo periodo almeno di duemila uomini d’onore con famiglie numerosissime, la famiglia di Stefano Bontade sembra che in un certo periodo ne contasse almeno 200, si trattava comunque di famiglie appartenenti a una unica organizzazione, cioè Cosa Nostra, i cui membri in gran parte si conoscevano tutti, e quindi è presumibile che questo Rapisarda riferisca una circostanza vera Giornalista Lei di Rapisarda ne ha sentito parlare? Borsellino So dell’esistenza di Rapisarda, ma non me ne sono mai occupato pesonalmente. Giornalista Perché quanto pare, Rapisarda, Dell’Utri, erano in affari con Ciancimino, tramite un tale Alamia. Borsellino Che Alamia fosse in affari con Ciancimino è una circostanza da me conosciuta e che credo risulti anche da qualche processo che si è già celebrato. Per quanto riguarda Rapisarda e Dell’Utri, non so fornirle particolari indicazioni, trattandosi, ripeto, sempre di indagini di cui non mi sono occupato personalmente. Giornalista Si è detto che Mangano ha lavorato per Berlusconi. Borsellino Non le saprei dire in proposito. Anche se, dico, debbo far presente che come magistrato ho una certa ritrosia a dire le cose di cui non sono certo poiché ci sono addirittura… so che ci sono addirittura ancora delle indagini in corso in proposito, per le quali non conosco addirittura quali degli atti siano ormai conosciuti e ostensibili e quali debbano rimanere segreti. Questa vicenda che riguarderebbe i suoi rapporti con Berlusconi è una vicenda – che la ricordi o non la ricordi -, comunque è una vicenda che non mi appartiene. Non sono io il magistrato che se ne occupa, quindi non mi sento autorizzato a dirle nulla Giornalista Ma c’è un’inchiesta ancora aperta? Borsellino So che c’è un’inchiesta ancora aperta Giornalista Non le sembra strano che certi personaggi, grossi industriali come Berlusconi, Dell’Utri, siano collegati a uomini d’onore tipo Vittorio Mangano? Giornalista Su Mangano e Berlusconi? A Palermo? Borsellino Su Mangano credo proprio di sì, o comunque ci sono delle indagini istruttorie che riguardano rapporti di polizia concernenti anche Mangano Giornalista Concernenti cosa? Borsellino Questa parte dovrebbe essere richiesta… quindi non so se sono cose che si possono dire in questo momento Giornalista Come uomo, non più come giudice, come giudica la fusione che abbiamo visto operarsi tra industriali al di sopra di ogni sospetto come Berlusconi e Dell’Utri e uomini d’onore di Cosa Nostra? Cioè Cosa Nostra s’interessa all’industria, o com’è? Borsellino A prescindere da ogni riferimento personale, perché ripeto dei riferimenti a questi nominativi che lei fa io non ho personalmente elementi da poter esprimere, ma considerando la faccenda nelle sue posizioni generali: allorché l’organizzazione mafiosa, la quale sino agli inizi degli anni Settanta aveva avuto una caratterizzazione di interessi prevalentemente agricoli o al più di sfruttamento di aree edificabili. All’inizio degli anni Settanta Cosa Nostra cominciò a diventare un’impresa anch’essa. Un’impresa nel senso che attraverso l’inserimento sempre più notevole, che a un certo punto diventò addirittura monopolistico, nel traffico di sostanze stupefacenti, Cosa Nostra cominciò a gestire una massa enorme di capitali. Una massa enorme di capitali dei quali, naturalmente, cercò lo sbocco. Cercò lo sbocco perché questi capitali in parte venivano esportati o depositati all’estero e allora così si spiega la vicinanza fra elementi di Cosa Nostra e certi finanzieri che si occupavano di questi movimenti di capitali, contestualmente Cosa Nostra cominciò a porsi il problema e ad effettuare investimenti. Naturalmente, per questa ragione, cominciò a seguire una via parallela e talvolta tangenziale all’industria operante anche nel Nord o a inserirsi in modo di poter utilizzare le capacità, quelle capacità imprenditoriali, al fine di far fruttificare questi capitali dei quali si erano trovati in possesso Giornalista Lei mi dice che è normale che Cosa Nostra si interessi a Berlusconi? Borsellino E’ normale il fatto che chi è titolare di grosse quantità di denaro cerca gli strumenti per potere questo denaro impiegare. Sia dal punto di vista del riciclaggio, sia dal punto di vista di far fruttare questo denaro. Naturalmente questa esigenza, questa necessità per la quale l’organizzazione criminale a un certo punto della sua storia si è trovata di fronte, è stata portata a una naturale ricerca degli strumenti industriali e degli strumenti commerciali per trovare uno sbocco a questi capitali e quindi non meraviglia affatto che, a un certo punto della sua storia, Cosa Nostra si è trovata in contatto con questi ambienti industriali Giornalista E uno come Mangano può essere l’elemento di connessione tra questi mondi? Borsellino Ma, guardi, Mangano era una persona che già in epoca ormai diciamo databile abbondantemente da due decadi, era una persona che già operava a Milano, era inserita in qualche modo in un’attività commerciale. E’ chiaro che era una delle persone, vorrei dire anche una delle poche persone di Cosa Nostra, in grado di gestire questi rapporti Giornalista Però lui si occupava anche di traffico di droga, l’abbiamo visto anche in sequestri di persona… Borsellino Ma tutti questi mafiosi che in quegli anni – siamo probabilmente alla fine degli anni ‘60 e agli inizi degli anni ‘70 – appaiono a Milano, e fra questi non dimentichiamo c’è pure Luciano Liggio, cercarono di procurarsi quei capitali, che poi investirono negli stupefacenti, anche con il sequestro di persona. Alcuni sono sicuramente ostensibili perché fanno parte del maxiprocesso, ormai è conosciuto, è pubblico, alcuni non lo so… Giornalista E questa inchiesta quando finirà? Borsellino Entro ottobre di quest’anno.. Giornalista Quando è chiusa, questi atti diventano pubblici? Borsellino Certamente… Giornalista Perché ci servono per un’inchiesta che stiamo cominciando sui rapporti tra la grossa industria… Borsellino Passerà del tempo prima che.. (Palermo, 21 maggio, 1992) Il 19 Luglio 1992 Paolo Borsellino venne ucciso nella strage di Via d’Amelio, coinvolgendo anche i cinque uomini della scorta (Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vicenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina) NOTA: questa è la trascrizione integrale dell’ultima intervista rilasciata da Paolo Borsellino. Non esistono documentazioni video integrali reperibili per quest’intervista, ma soltanto un video “montato” (o tagliato) che abbiamo qui sotto incollato.
giovedì 17 settembre 2009
mercoledì 22 luglio 2009
E' più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno dei cieli
MATTEO 19,23-26
23
Gesù allora disse ai suoi discepoli: «In verità vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli.
24
Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno dei cieli».
25
A queste parole i discepoli rimasero costernati e chiesero: «Chi si potrà dunque salvare?».
26
E Gesù, fissando su di loro lo sguardo, disse: «Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile».
MARCO 10, 23-27
23
Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto difficilmente coloro che hanno ricchezze entreranno nel regno di Dio!».
24
I discepoli rimasero stupefatti a queste sue parole; ma Gesù riprese: «Figlioli, com'è difficile entrare nel regno di Dio!
25
E più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio».
26
Essi, ancora più sbigottiti, dicevano tra loro: «E chi mai si può salvare?».
27
Ma Gesù, guardandoli, disse: «Impossibile presso gli uomini, ma non presso Dio! Perché tutto è possibile presso Dio»
venerdì 26 giugno 2009
La metapsicologia
La psicoanalisi, nata come terapia delle malattie nervose, aveva con Freud ampliato i suoi confini, arrivando a lambire interessi che prima ignorava: essa poteva ora presentarsi come una disciplina, in grado di accedere a nuove conoscenze pertinenti alle leggi che presiedono al funzionamento della psiche in generale, non solo quando si trova in condizioni patologiche; per definire la dimensione più propriamente teorica di questa nuova disciplina, Freud inventò il termine metapsicologia. Intanto, già intorno al 1906, si stava formando intorno a lui una vera e propria scuola; nel 1908 in un congresso di Salisburgo veniva fondata la Società psicoanalitica, che aveva il proprio giornale ufficiale, col titolo ' Jahrbuch für Psychoanalyse '. Nel 1909 Freud effettuava un viaggio negli Stati Uniti, dove cominciavano ad attecchire le sue scoperte. Tuttavia u pò di tempo dopo si verificarono le prime secessioni nella Società psicoanalitica: nel 1911 da parte di A. Adler, nel 1913 di C. Gustav Jung, che Freud avrebbe voluto come suo successore, e poi di molti altri. Dal 1911 Freud sofferma la sua attenzione sulle indagini di metapsicologia, di cui distingue tre aspetti: dinamico, topico ed economico. Dinamica é la considerazione dei fenomeni psichici, che risultano dai conflitti e dalla composizione di forze di origine pulsionale; topica (dal greco topos = luogo) é la considerazione dell'apparato psichico come un insieme di sistemi dotati di funzioni differenti, connesse fra loro; infine, economica é la considerazione che si fonda sull'ipotesi che i processi psichici consistano nella circolazione e distribuzione dell'energia pulsionale, suscettibile di quantificazione, cioè di equivalenze, aumenti o diminuzioni. Alla base dei fenomeni psichici vi é un principio economico, che Freud definisce principio del piacere che ha la funzione di evitare il dispiacere e il dolore, legati all'aumento della quantità di eccitazione e di provocare, invece, il piacere, connesso alla riduzione stessa dell'eccitazione. A questo scopo provvede il principio del piacere, scaricando la tensione e, quindi, ripristinando uno stato di equilibrio, mediante l'appagamento del desiderio, ma ciò avviene per via allucinatoria, grazie a soddisfazioni sostitutive rispetto a quelle reali. Questa situazione non può che generare disillusione, in modo che viene a costituirsi e ad operare, stando a Freud, un secondo principio, che tenta di assumere una funzione regolativa rispetto al principio del piacere: si tratta del principio di realtà, che non tenta più il soddisfacimento tramite scorciatoie e forme sostitutive, ma a seconda delle condizioni date dalla realtà, anche se questa si può presentare come sgradita. Il principio del piacere tende ad ottenere tutto immediatamente tramite una scarica motoria, mentre il principio di realtà può differire quella scarica in vista di un'eventuale meta, più sicura e meno illusoria; instaurandosi, quest'ultimo provoca una serie di adattamenti dell'apparato psichico, conducendo allo sviluppo e al potenziamento di funzioni coscienti come l'attenzione, la memoria, il giudizio e il pensiero. Questo non vuol dire che il principio del piacere scompaia del tutto; esso prosegue nell'operare e nell'estrinsecarsi, specialmente nelle circostanze in cui diminuisce la dipendenza verso la realtà, come appunto nei sogni, nelle fantasie e, in una certa misura, nelle produzioni artistiche. Questo dualismo di princìpi, costruito in analogia alla fisica, come distribuzione e circolazione energetica, viene però in un secondo tempo modificato da Freud; nel 1920, infatti, egli pubblica Al di là del principio del piacere, dove accanto alle pulsioni sessuali, riconosce l'esistenza di una pulsione antagonistica, la pulsione di morte, cioè una tendenza distruttiva inerente alla vita stessa. A questa conclusione Freud arriva tramite l'osservazione clinica dei comportamenti caratterizzati dalla coazione a ripetere, in cui il soggetto ripete ossessivamente operazioni spiacevoli e dolorose, che riflettono, in modo più o meno evidente, elementi di conflitti passati. A parere di Freud, questi comportamenti mettono in forse il primato del principio del piacere e rendono necessario introdurre l'ipotesi dell'esistenza di una tendenza originaria alla scarica totale delle pulsioni, cioè di un principio di morte. Quando le pulsioni di morte sono rivolte verso l'interno, esse tendono all'autodistruzione, ma poi possono essere dirette anche verso l'esterno, assumendo così la forma di pulsioni di aggressione e di distruzione. Nella realtà psichica le pulsioni si presentano sempre come ambivalenti, caratterizzate cioè dalla compresenza di questi due princìpi di vita e di morte: anche la sessualità presenterebbe dunque questa ambivalenza sotto forma di amore e di aggressività. Così Freud tornava ad introdurre alla base della vita psichica un dualismo di princìpi, ma distinti qualitativamente, non più quantitativamente come nel caso del principio di piacere contrapposto a quello di realtà. Freud chiamava tali principi con i nomi greci di Eros ( eros = amore ) e Thanatos ( qanatos = morte ). Per quel che concerne la topica, cioè la teoria dei luoghi dell'apparato psichico, ma senza riferimento alcuno ad una loro eventuale localizzazione anatomica, Freud elabora successivamente due schemi: in un primo tempo, egli distingue tre sistemi, ciascuno dei quali dotato di una pèropria funzione e separato dagli altri da censure che ostacolano e controllano il passaggio dall'uno all'altro. Essi sono: inconscio, preconscio (in cui le pulsioni vengono organizzate ed espresse sotto forma di rappresentazioni e desideri: è questo l'ambito dei sogni) e conscio. A partire dal 1920, però, Freud cambia questo schema con un altro, la cosiddetta 'seconda topica', probabilmente spinto dalla necessità di tener presente i vari processi di identificazione tramite i quali si viene costituendo la persona. La seconda topica é esposta organicamente da Freud nell'opera L'io e l' Es (1923), in cui egli ravvisa tre istanze dell'apparato psichico, che egli chiama l' Es, l'Io e il Super-io. Il termine Es é il pronome neutro singolare tedesco e corrisponde al latino id: Freud lo mutua da G. Groddeck, autore dell'opera Il libro dell'Es (1923), per indicare il serbatoio di energia psichica, l'insieme delle espressioni dinamiche inconsce delle pulsioni, le quali in parte sono ereditarie e innate, in parte rimosse e acquisite. L'Es é governato esclusivamente dal principio del piacere, mentre l' Io dal principio della realtà: é l'ambito della personalità, che si costituisce tramite modificazioni successive dell'Es, prodotte dall'incontro con la realtà esterna. Tramite l'osservazione del mondo esterno e la memorizzazione, l' Io diventa capace di distinguere il carattere illusorio delle rappresentazioni generate dal principio del piacere e vi sostituisce il principio di realtà. L' Io però si trova a dover mediare fra le richieste dell' Es e quelle del Super-io, che é anche lui una formazione almeno in parte inconscia e svolge le mansioni di giudice e censore verso l'Io: la percezione inconscia delle sue critiche si esprime nell' Io come senso di colpa e di rimorso. Sotto questo profilo, il Super-io é erede del complesso di Edipo, si forma tramite l'interiorizzazione della figura paterna e, dunque, dei comandi e dei divieti che essa impersona e dà luogo ad un controllo interiorizzato delle pulsioni; così, il Super-io viene a rivestire la mansione di coscienza morale e presiede all' autosservazione e alla formazione di ideali.
Freud in breve

LE PULSIONI SECONDO FREUD
L’uomo è determinato da due pulsioni (Triebe). “Trieb” da “treiben”, spingere, per Freud non è lo stesso che “Instinkt”, perché l’istinto è un comportamento preformato, che si ripete ad uno schema fissato ereditariamente, come per esempio: la fame, mentre il “Trieb” può invece essere appagato in più modi.
Da una parte c’è la pulsione Libido, la fonte d’energia per gli impulsi sessuali, mentre l’altra pulsione è il Thanatos, che sarebbe una pulsione verso la morte, che è responsabile per un comportamento aggressivo e distruttivo.
Queste pulsioni sono stati di tensione che creano energia e cercano soddisfazione.
LE TRE ISTANZE PSICHICHE
La gestione delle energie avviene in tre istanze psichiche diverse:
Es, Io e Super-Io
Al momento della nascita esiste solo l’Es, che funziona in base a piacere e dispiacere. In quest’istanza non importa se l’appagamento delle pulsioni è moralmente o socialmente permesso.
Sotto l’influenza del mondo esterno si sviluppa poi l’Io, che gestisce l’appagamento delle pulsioni con il principio della realtà. Quindi l’Io intermedia tra Es, mondo esterno e il cosiddetto Super-Io.
L’Super-Io ha internalizzato norme e motivi, non ha una relazione con la realtà e non funziona in base ad una consapevolezza di spazio e tempo. Si potrebbe chiamarlo coscienza, che controlla l’Io secondo i valori morali della società che ha internalizzato.
MODELLO DELLA COSCIENZA
Secondo il principio dell’Iceberg:
Solo la minima parte è visibile, cioè cosciente:
Emozioni, pensieri, ricordi, immaginazioni, sentimenti ecc.
Sul gradino “precosciente” si trovano gli stessi contenuti, ma non sono ancora arrivati nella coscienza.
Il livello più consistente è il subconscio, che la persona non può raggiungere in nessun modo, neanche con la più grande fatica.
IL MODELLO DELLO SVILUPPO IN FASI
Secondo Freud esistono tre stadi dello sviluppo psicosessuale:
La fase orale, la fase anale e la fase fallica.
La fase orale comincia con la nascità e viene gestita dall’Es. La bocca è l’organo più importante per l’appagamento delle pulsioni: succhiare, mordere, masticare.
In questa fase si crea l’”Urvertrauen”, la fiducia primordiale. Il bambino pensa che tutto il mondo appartiene a lui o alla sua bocca. È egoista ed egocentrico.
Se questa fase non si svolge in modo armonioso nascono disturbi quali mancanza di confidenza in se stesso, problemi con vicinanza e distanza, disturbi di identità, problemi di lasciarsi andare sessualmente, depressioni e tendenza a drogarsi risp. l’abuso di alcool, cibo, sigarette.
La fase anale va dal secondo al terzo anno di vita.
L’appagamento delle pulsioni si dirige adesso verso l’ano, lo sfintere e il muscolo del sistema urinario. Tramite il controllo del sistema dell’escrezione il bambino arriva all’appagamento delle pulsioni e sviluppa autostima e autonomia.
Anche in questa fase delle influenze esterne (p.e. genitori che spingono il bambino al controllo precoce del sistema intestinale) possono danneggiare lo sviluppo equilibrato della personalità: forti desideri di potere ed autonomia, parsimonia e avarizia possono essere le conseguenze.
LA FASE FALLICA
Questa fase viene chiamata fase edipale e dura dal terzo al quinto anno di vita.
I genitali sono adesso le fonti di appagamento delle pulsioni.
L’interesse del bambino si rivolge in questa fase al genitore del sesso opposto. Con il genitore dello stesso sesso il bambino entra in una fase di concorrenza.
Il maschio entra nella fase edipale, cioè vuole la madre per se stesso e teme che verrà castrato dal padre per questo desiderio. La tensione tra paura e desiderio si chiama conflitto edipale.
Da questo conflitto si esce con l’identificazione con il padre e il cambiamento delle emozioni sessuali verso la madre in sentimenti di tenerezza.
La bambina vive nello stesso periodo la fase di “Elektra”, nella quale prima sarebbe invidiosa del pene del padre (Penisneid) e poi vorrebbe il padre per se stessa ed avere un figlio con lui.
Come il maschio anche lei ha paura di essere punita dalla madre per questo suo desiderio.
Disturbi in questa fase dovrebbero condurre a disturbi dell’identità sessuale, disturbi sessuali, fobie e problemi relazionali.
Dopodiché c’è la “Latenz-Phase”, da 6 a 10 anni, nella quale la Libido non è in azione.
MECCANISMI DI DIFESA
Qualche volta è necessario che le forti pulsioni dell’Es vengono respinte. Per regolare gli impulsi dell’Es, dell’Super-Io e del mondo esterno questo meccanismo è di vitale importanza.
Tra i diversi meccanismi sono:
Respinta nel subconscio
Progettazione su altre persone
Negazione di dolorosi e spiacevoli parti della realtà
Razionalizzazione cioè la ricerca di una soluzione moralmente accettabile
Isolamento e ritiro in passività
Fantasia cioè soddisfazione tramite l’immaginazione
giovedì 25 giugno 2009
giovedì 30 aprile 2009
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